Ripartono le School di Motore Sanità

I comportamenti dei cittadini stanno disegnando una nuova geografia della sanità italiana, in cui crescono pericolosamente le disuguaglianze, ma si vanno anche delineando potenziali soluzioni per garantire un servizio sanitario inclusivo, senza dover contare in via esclusiva su bilanci pubblici dilatati, ormai del resto impraticabili vista la congiuntura sfavorevole e la resistenza dei cittadini ad ulteriori aumenti fiscali. Un rapporto di ‘convivenza’ propositiva tra la componente pubblica e quella privata in sanità rappresenta sicuramente uno strumento in grado di fornire indicazioni utili relativamente alle modalità di gestione delle risorse da un punto di vista dell’efficienza e dell’efficacia, offrendo spunti di riflessione per l’elaborazione di soluzioni che consentano di apportare miglioramenti al sistema nel suo complesso.

 

La School di Padova 2018, organizzata da Motore Sanità, è un evento che mira a raccogliere e discutere dubbi, proposte e analisi degli esperti del settore, dei cittadini e degli operatori della sanità e del welfare del nostro paese sulla trasformazione in atto del nostro sistema sanitario.

 

La sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale è una delle sfide future più difficili e più complicate. Il suo sotto finanziamento e il progressivo aumento del costo dell’innovazione farmacologica e tecnologica ne comporta una trasformazione dove il ruolo del privato e il suo rapporto con il servizio pubblico diventa l’asse portante di questo processo di trasformazione. Privato che non solo gestisce strutture in campo medico e socio assistenziale, ma progressivamente si affaccia su mercati di gestione e di investimento che l’attuale legislazione, data la carenza di finanziamenti pubblici, norma e incoraggia. Si veda il nuovo codice degli appalti, il decreto ministeriale sulla concorrenza che garantisce a grandi gruppi finanziari l’acquisizione di farmacie territoriali, l’outsourcing non solo più di servizi accessori ma di unità operative e diagnostiche, la crescita di tutto il comparto assicurativo, il turn around o addirittura la gestione affidata a privati di strutture pubbliche a rischio di default. Vengono qui anticipati alcuni dati.

 

Il sistema di produzione dei servizi sanitari nel nostro Paese sembra trovarsi in una condizione di sostanziale equilibrio fra produzione privata e produzione pubblica, con percentuali che ammontano rispettivamente al 49% e al 51% del totale dei servizi prodotti.  Sul versante della produzione dei beni – principalmente farmaceutica e materiale protesico – e per la medicina di base e i servizi di assistenza termale, invece, è possibile rilevare la netta dominanza dei produttori privati.

 

La spesa sanitaria totale ammonta complessivamente a 144 miliardi di euro nell’anno 2013 ed è rappresentata per il 77% da spesa pubblica e per il 22% da spesa privata. Prendendo in considerazione i dati relativi alla spesa sanitaria dal 2004 in poi, è possibile rilevare come essa sia cresciuta sino al 2012 – con una spesa sanitaria totale di 146,7 miliardi – mantenendo una composizione pubblico-privato stabile. Nel 2013 ha registrato una diminuzione di 3 miliardi, che interessa sia la componente privata sia la componente pubblica. La rilevazione di questo dato è in linea con il fenomeno che vede correlati positivamente i tassi di crescita della spesa pubblica, di quella privata e del Pil. È possibile osservare, infatti, la presenza di un effetto reddito per il quale ad una riduzione dell’offerta pubblica – legata alle misure di contingentamento generale delle risorse – non si accompagna un aumento dei consumi privati a causa del minor potere d’acquisto delle famiglie. Le Regioni nelle quali si rileva una maggior concentrazione di soggetti afferenti al settore pubblico sono per la maggior parte Regioni centro-settentrionali, con l’eccezione della Basilicata.

 

Per quanto riguarda l’aspetto sanitario e socio-assistenziale nell’ambito complessivo del welfare inerente la  distribuzione territoriale di strutture pubbliche e private accreditate, esiste una prevalenza dei soggetti privati accreditati rispetto a quelli pubblici nell’area centro-settentrionale. Una situazione di sostanziale parità, invece, è riscontrabile nel Mezzogiorno.

Per avere un’idea riguardo alla ripartizione della spesa e della distribuzione territoriale dei soggetti pubblici e privati, si può far riferimento ai dati contenuti nell’ultimo Rapporto Aiop “Ospedali e Salute” che offre un quadro di quelle che sono le caratteristiche dell’assistenza ospedaliera in Italia e della percezione che ne hanno gli utenti. I dati presentati confermano il fatto che ci si trova dinanzi ad un sistema misto pubblico-privato. Il risultato medio nazionale relativo alla percentuale di istituti di ricovero pubblici presenti sul territorio nazionale nel 2013 è del 52,4%, mentre quello riferibile ai privati è del 47,6%.

 

La coesistenza pubblico-privato viene vista generalmente di buon occhio in quanto offre al cittadino una possibilità di scelta maggiore e dei canali per ampliare l’offerta pubblica e per sopperire, talvolta, alle sue carenze.