Stefano Vella

Ne parla il Professor Stefano Vella, Presidente dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa).

 

Presidente Vella, quale sarà il futuro dell’Aifa affinché possa continuare ad assicurare l’innovazione vera ad un giusto prezzo?

 

Aifa continuerà a lavorare per dare piena attuazione, attraverso i farmaci, al diritto alla salute sancito dall’articolo 32 della Costituzione e per garantire a tutti i pazienti le terapie più appropriate, anche nei casi di medicinali proposti dalle aziende produttrici a prezzi molto elevati. È indispensabile perseguire una visione della sostenibilità economica in chiave etica e individuare una nuova governance farmaceutica, basata sulla collaborazione sinergica tra tutti gli attori della filiera e volta a garantire non solo la tutela della salute e l’accesso alle cure, ma anche l’impiego razionale delle risorse, il rispetto dell’equilibrio di sistema e la sua sostenibilità economica.

 

Come possono essere utilizzati i registri Aifa per verificare il vero impatto dei farmaci innovativi sulla salute dei cittadini?

 

Introdotti nel 2005 e utilizzati oggi in decine di aree terapeutiche, i registri di monitoraggio Aifa costituiscono un fondamentale strumento per verificare l’impatto dell’innovatività sulla salute dei cittadini e sui conti della sanità, perché possono essere utilizzati per garantire la massima appropriatezza delle prescrizioni e per misurare il valore apportato e i risparmi generati dalle nuove molecole ad alto costo, favorendo la corretta allocazione delle risorse e supportando il processo di Health Technology Assessment attraverso cui Aifa coniuga la valutazione del profilo beneficio/rischio di un medicinale con quella del rapporto costo/efficacia. Uno dei valori fondanti dei registri Aifa è dato, infatti, dall’applicazione dei Managed Entry Agreements, ovvero degli accordi negoziali di natura economica tra l’Agenzia Italiana del Farmaco e le aziende farmaceutiche, in genere health outcome based o financial based, come ad esempio il payment by result, il cost sharing, il risk sharing e il payback.

 

Infine, concorda con il mantenimento del fondo per l’innovazione onco-ematologica?

 

Sì, perché si tratta di uno strumento utilissimo per dare risposte concrete a bisogni di salute reali. Tuttavia, ritengo importante lavorare alla definizione di una nuova governance farmaceutica anche per poter individuare strumenti meno “straordinari” di mantenimento della stabilità del Servizio Sanitario Nazionale.