Il titolo che la Fimmg ha scelto per il 74° Congresso nazionale è evocativo: recitando «… dalla prestazione alla performance» dà il senso di una rivoluzione copernicana che sottostà al nuovo Accordo collettivo nazionale (Acn).

Ma l’affermazione richiede un approfondimento: in effetti i Mmg, in Italia, non sono mai stati pagati a prestazione; il “fee for service, come lo chiamano gli economisti, è il sistema prevalentemente adottato nella specialistica ambulatoriale; i Mmg sono pagati a quota capitaria, un sistema di remunerazione con molti pregi, ma che non premia la meritocrazia; la vera rivoluzione in atto, allora, è quella di legare il compenso al risultato conseguito.

Il progetto “Una misura di performance dei Ssr”, sviluppato dal Crea Sanità, e giunto alla quinta edizione, ha negli anni dimostrato che la misura della performance è variabile nel tempo. Bisogna in primo luogo ricordare che i sistemi di compenso nascono per generare incentivi, e quindi sono in sostanza funzionali a un obiettivo che va chiaramente esplicitato; e l’obiettivo principe ci sembra che rimanga ancora quello del potenziamento dell’assistenza primaria.

Il motivo della necessità di adeguamento è che la vera sfida per i sistemi sanitari in generale, ma in particolare per l’assistenza primaria, è la personalizzazione del servizio, trovando un accettabile compromesso nella dicotomia fra risposte di massa e bisogni individuali: operazione decisamente complessa, che ricade in modo rilevante sulle spalle della medicina generale, che assume così un ruolo essenziale di composizione dei molteplici bisogni dell’individuo e della sua famiglia.

Accettando questa visione, si comprende perché misurare la performance nella MG è decisamente sfidante; e si evidenzia, inoltre, come sia il cittadino lo stakeholder di riferimento e quindi sua la valutazione ultima del servizio ricevuto. Non si può che accogliere con entusiasmo l’idea che la medicina generale (e in generale l’assistenza primaria) si impegni nell’accountability del proprio operato. Ma il processo va gestito all’interno di una nuova governance complessiva dell’assistenza, e con un serio approfondimento sui criteri di misurazione della performance.

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