Col tempo, finiscono per ridurre le quantità: un processo fisiologico, che va comunque osservato per evitare il subentro di uno stato di malnutrizione. Ma c’è un altro aspetto legato all’alimentazione degli anziani: meno indagato, ma non per questo irrilevante.

I piatti che gli over 65 mettono a tavola saranno pure meno voluminosi, ma nel ridotto quantitativo delle loro porzioni spesso si annida un eccesso di zuccheri, se non pure di sale.  Nel corso della terza età la soglia di percezione del salato e del dolce raddoppia: da qui l’abitudine a farsi prendere il pugno, quando è il momento di insaporire una pietanza. Ma occorre non farsi prendere troppo la mano, perché zuccheri e sale sono nemici del cuore.

La modificata percezione dei sapori e in particolare la ridotta capacità di percepire il dolce il salato, accompagnata dalla migliore conservazione dell’amaro e dell’acido, può contribuire a modificare la dieta dell’anziano, portandolo a preferire alimenti troppo ricchi di sale e di zuccheri. Per rendere più equilibrata la dieta dell’anziano, nonostante le alterazioni del gusto, sono sufficienti alcuni facili accorgimenti. Frutta e verdura, se poste a tavola sottoforma di passati, macedonie o cotte al vapore, risultano più gradevoli sono più facili da masticare. Lavorando sui cinque sensi, si percepisce meglio il gusto. Occorre che gli anziani seguano una ginnastica sensoriale per non perdere la capacità di individuare sapori e odori: mantenere i propri sensi in efficienza significa stare meglio e permette di fare scelte più adeguate per la propria salute.

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