«Credo che i payback 2013-15 e 2016 vadano chiusi perché rappresentano una pagina infelice della storia della governance farmaceutica, fatta di numeri sbagliati e che non avevano senso, fino a quando non si sono rivisti e corretti nel percorso di verifica con l’Aifa. Però devono essere chiusi a 360 gradi. Quindi procedendo subito a quella che chiamo una buona governance.
Ovvero facendo in modo che il payback non sia uno strumento strutturale ma che venga utilizzato effettivamente quando serve. Quindi sarebbe bene che la revisione della governance sia inserita nella legge di bilancio insieme con il superamento del nodo payback». È questo il commento del presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi alle misure sul payback contenute nella bozza della legge di bilancio, ancora in movimento e quindi provvisoria.
Quindi non solo payback ma nuove regole da inserire a breve nella manovra. Anche se sembra proprio che il superamento dei contenziosi sui vecchi ripiani siano la conditio sine qua non…
Io credo che le aziende abbiano dimostrato di esserci e di voler risolvere questa questione facendo tutte le possibili osservazioni insieme al grande lavoro che ha fatto l’Aifa nell’ultimo periodo, per mettere riparo a tutti gli errori del passato. Quindi se questa è la premessa ora è il momento che sfoci in qualcosa che consenta di gestire al meglio il futuro.
L’uso della fatturazione elettronica aiuterà a evitare che si ripetano fasi di contenzioso così traumatiche?
Aiuterà perché darà i numeri giusti. Ma il meccanismo del payback è talmente complicato con la definizione dei budget, di prodotto e di impresa, che questo crea pesanti difficoltà. Si dovrebbe trovare un metodo che a risorse stabili semplificasse il sistema. Sarebbe già un buon risultato. Ce lo aspettiamo, in attesa di un ripensamento più generale delle regole.
Si tratta di un cambiamento profondo e complesso…
Mi rendo conto che probabilmente cambiare tutto è difficile ma sarebbe già sufficiente che quelle risorse che tanto faticosamente sono state destinate alla farmaceutica restino alla farmaceutica a costo zero per lo Stato. Basterebbe fare in modo che tutto quello che è stato definito finora, tetti e fondi, venga utilizzato in modo appropriato e non impropriamente.
Quindi un meccanismo di compensazione tra i tetti e tra i fondi?
Certo. Sarebbe a costo zero perché sono risorse già stanziate, che in questo modo sarebbero sfruttate al meglio per garantire l’accesso alle cure ai pazienti e che le risorse siano incanalate nella direzione giusta. Perché ora vediamo che a volte il cittadino non accede a una terapia perché si ha timore degli sforamenti. Anche se poi gli sforamenti li paghiamo noi. Questo sarebbe un primo passo.
E il secondo?
È chiaro che l’ideale sarebbe superare il meccanismo dei silos, soprattutto nella spesa diretta. Per un semplice motivo, perché ora la terapia farmacologica va vista in un contesto più ampio. Laddove si possono generare risparmi, questi devono essere riallocati dove servono, considerando l’intero percorso. Certo sarebbero necessari alcuni passaggi, ma si potrebbe incominciare a provare su alcune aree, anche per vedere come va. Si potrebbe partire d aree pilota, come l’oncologia o le malattie neurodegenerative. Andiamo a misurare in queste aree gli outcome veri. Andiamo a vedere nel trattamento globale del paziente quali sono i costi globali e dove si possono generare risparmi, grazie ai trattamenti, magari riducendo l’ospedalizzazione o altri costi sociali per far sì che questo processo liberi risorse che vengano poi investite lì dove servono. Ora bisogna vedere se si avrà il coraggio di andare in questa direzione.
Il sistema è pronto?
Se non siamo pronti e ci mettiamo un anno, tanto vale iniziare con dei test. Credo però che sia fondamentale che le risorse restino nel settore. Altrimenti è inutile lamentarsi se poi i pazienti non hanno accesso ai farmaci.
Ci sono appuntamenti in vista?
Il primo appuntamento è la legge di bilancio. Credo che le istituzioni siano pronte e consapevoli che è arrivato il momento di mettere mano a tutto questo. Si è detto che è l’ultimo meglio. Facciamolo senza pregiudizi . L’industria in questi anni ha rispettato i patti investendo in occupazione e importando crescita nel paese. Non chiediamo risorse aggiuntive, meritiamo fiducia.
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