Rosaria aveva 25 anni ed era sieropositiva da otto. Ai tempi fu importante l’atteggiamento dei suoi familiari. «È sicuramente un grande farmaco avere accanto una famiglia intelligente. I miei si andarono a informare da soli, mio fratello e mia sorella subirono discriminazioni indirette sul posto di lavoro, ma non me lo raccontarono se non dopo molti anni.

Io cominciai a essere sempre più spesso ospite dei programmi televisivi. Abbiamo bombardato i giovani di informazioni.

«Oggi la qualità della nostra vita è migliorata tanto, trent’anni fa era difficile prevedere il futuro. All’inizio la mia principale preoccupazione era di arrivare alla stagione successiva, adesso è di conservare l’ottima salute che ho». Questa «eredità di salute», come la chiama lei, rischia di essere messa in discussione. «I pazienti che prendono farmaci per tutta la vita sono più esposti a sviluppare resistenze, per questo è indispensabile avere nuove cartucce per rimanere in salute. Alcune Regioni, però, nei loro piani terapeutici faticano a dare la possibilità ai medici di prescrivere farmaci di ultima generazione: Lazio, Campania, Puglia e Emilia-Romagna sono tra queste. Le eccellenze restano Lombardia, Piemonte e Veneto».

Il fatto che ci si possa curare e si possa convivere bene con l’Hiv produce un po’ di leggerezza quando si tratta di prendere precauzioni contro la trasmissione sessuale. «Troppi ragazzi si accontentano del fatto che il virus si può curare, senza considerare quanto costi prendere i farmaci». C’è poi l’ignoranza. «Credono che l’Hiv riguardi solo l’Africa, o pensano che bastino il coito interrotto e la pillola a scongiurare il contagio». Per questo Rosaria continua a testimoniare. La prossima volta sabato a Bergamo, a mezzogiorno nella piazza delle «Due Torri», a chiusura della settimana degli #AbbracciConsapevoli di prevenzione dell’Aids. «Perché la vera prevenzione si fa partendo dai luoghi periferici».

http://www.corriere.it/cronache/17_ottobre_18/rosaria-iardino-hiv-bacio-fernando-aiuti-26-anni-dopo-0e1d7d30-b439-11e7-b73f-b517701f3ad7.shtml