La riforma lombarda della cronicità si appresta a passare alla seconda fase applicativa: la presa in carico del paziente cronico, il focus del convegno in programma oggi e organizzato da Motore Sanità, dal titolo ‘Modello lombardo 4.0 – dal territorio agli ospedali’. Obiettivo della ristrutturazione in corso è di “migliorare la qualità della vita del paziente cronico (in Regione Lombardia ci sono 3,3 milioni di pazienti cronici) rendendo più appropriate e sostenibili per l’intero sistema sanitario nazionale le sue cure – come dichiara Giulio Gallera, assessore al Welfare di Regione Lombardia, presente al convegno di oggi – , l’età media avanza e grazie all’innovazione tecnologica le malattie si cronicizzano. Tutto questo comporta un forte aumento di bisogni sanitari, che, nel nostro attuale sistema ‘ospedalocentrico’, trovano risposta quasi esclusivamente, appunto, negli ospedali. I bisogni dei pazienti cronici potrebbero invece essere affrontati e gestiti in maniera diversa, con costi notevolmente inferiori”. «Stiamo mettendo concretamente in atto una vera e propria rivoluzione culturale che come tutti i cambiamenti provoca delle resistenze – prosegue l’assessore Gallera -. Il nostro obiettivo è preservare il sistema universalistico che a causa di continui tagli e scarsi investimenti da parte del Governo nazionale in sanità rischia di essere compromesso. La nostra riforma non può certo risolvere questi problemi, ma attraverso un miglior utilizzo delle risorse e una riorganizzazione della presa in carico dei pazienti cronici, che assorbono il 70% di queste ultime, cerchiamo di contenere i danni. Abbiamo scritto delle delibere e messo in piedi una sperimentazione, che come tale, ha margini di miglioramento. Le abbiamo scritte per valorizzare la figura del medico di medicina generale che per noi resta la figura fondamentale per la presa in carico del paziente cronico, per questo contiamo che un numero sempre maggiore di loro decida di aderire. Siamo qui per ascoltare e collaborare con chiunque apporti contributi perché non stiamo percorrendo un sentiero poco battuto, ne stiamo tracciando uno completamente nuovo. Siamo sicuri che solo una Regione visionaria come la Lombardia possa compiere questa impresa e mettere in piedi un modello da emulare e replicare in tutta Italia».
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