Tutte le risposte alle domande sui vaccini risiedono nei dati. Una montagna di dati, custodita in almeno due database gestiti a livello europeo, che la scienza sa già analizzare ma che potrebbero essere “interrogati” in modo ancora più efficace.

Si tratta di informazioni che rappresentano l’inizio e la fine di una lunga catena: la vaccinovigilanza, il sistema di controlli sui vaccini prezioso per la tutela della salute. E’ normale che i vaccini possano presentare effetti indesiderati, come tutti i farmaci, ma è appunto importante monitorare questi effetti che sono comunque inferiori ai benefici dell’immunizzazione: l’obiettivo è quello di studiarli per capire come ridurli ulteriormente e per fare ciò occorrono molta ricerca e molte informazioni.

Questi dati hanno bisogno di costante manutenzione e adattamento (il solo team di sviluppatori, ricercatori, sistemisti ed esperti di terminologia e classificazione di sintomi e segnalazioni è composto da quasi 40 persone ) perché l’organizzazione raccoglie informazioni dal 1968 e ha messo a punto un sistema di vigilanza codificato digitalmente a partire dal 2007.

La sorveglianza sui vaccini infatti fa parte di un’attività più ampia, la farmacovigilanza, e ha una struttura estremamente capillare. Questa struttura ha essenzialmente due rami: una vaccinovigilanza attiva e una vaccinovigilanza passiva. L’Aifa analizza e pubblica periodicamente i dati sulle segnalazioni in un Rapporto sulla sorveglianza postmarketing dei vaccini in Italia . E’ un documento che riporta sia il numero dei soli sospetti segnali d’allarme (quindi mere presunzioni di effetti collaterali) sia i dati sui casi clinici più o meno gravi entrati nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza , chiarendo per ciascuno se sia stata trovata o meno la correlazione con i vaccini.

Anche se la sorveglianza farmacologica è un’attività governativa, la ricerca sui vaccini e i riscontri sulla loro somministrazione può essere realizzata anche parallelamente da enti privati e non-profit. Il ruolo delle Ong invece è quello di contribuire all’immunizzazione vera e propria, monitorando sul campo l’efficacia delle somministrazioni, e così facendo le organizzazioni si trasformano in produttori di meta-dati essenziali per monitorare la sicurezza dei prodotti.

Cosa succede però nel passaggio tra la segnalazione e l’eventuale conferma della correlazione tra sintomo e vaccino? Anche in assenza di sintomi gravi le autorità nazionali preferiscono intervenire prima della fine dei controlli quando c’è rischio anche solo ipotetico per la salute. Il sistema italiano prevede due azioni: il divieto di somministrazione temporaneo per lotti specifici di prodotto (fino a oggi sono 13 i lotti di vaccini che nella Penisola hanno subito questo provvedimento, dati Aifa) e il ritiro definitivo del vaccino.  I dati possono essere interpretati da metodi di ricerca scientifica diversi, ma con un sistema di monitoraggio simile, difficilmente possono essere nascosti, eliminati o passare sotto silenzio.

http://www.lastampa.it/2017/10/31/italia/cronache/chi-controlla-i-vaccini-ecco-come-funziona-la-farmacovigilanza-fO8SgKm8ODbGEYANn1d68I/pagina.html