Intervista con il Professor Stefano Carugo, Direttore della Cardiologia dell’Unità Coronarica dell’ASST Santi Paolo e Carlo di Milano
Le malattie cardiovascolari sono un problema molto serio e rappresentano la prima causa di mortalità e morbilità nel mondo occidentale. E’ così?
Sì, esatto. Fa più paura un cancro e non un infarto o un ictus, però ricordo a tutti che le malattie cardio e celebro-vascolari sono ancora oggi la prima causa di morte e di disabilità in tutto il mondo anche nei paesi emergenti. I motivi sono molteplici e uno, fra i tanti, è che noi ci trascuriamo perché gli stili di vita che adottiamo non sono adeguati. Penso soprattutto al fumo, e le donne sono le maggiori consumatrici. Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMG) anche solo una sigaretta è considerata “fumo attivo”, quindi non bisogna fumare.
Per quanto riguarda le sigarette, è così grave fumarne anche poche?
Basta anche solo una sigaretta per aumentare il rischio di malattie cardiovascolari. Ma non esiste solo il fumo come fattore di rischio, anche l’alimentazione gioca un ruolo molto importante.
Quindi i fattori di rischio sono sostanzialmente sei: fumo, dislipidemia, ipertensione arteriosa, diabete, obesità e fattori psico-sociali. Ce li spiega?
Purtroppo questi comportamenti “sbagliati” si osservano anche nei bambini e negli adolescenti perché molto spesso passano gran parte della loro giornata davanti alla televisione, al computer e non fanno attività fisica. In più i bambini hanno un’alimentazione scorretta bevendo bibite gasate e zuccherate. Per far fronte al problema delle bibite gasate e zuccherate anche l’Italia sta adottando provvedimenti per bandirle progressivamente dagli erogatori automatici. Pensate che per soli due bicchieri consumati, occorrono 2 chilometri di camminata per smaltirli. Tutto questo per dire che bastano piccoli accorgimenti per ottenere dei grandi benefici.
Allora i tre fattori protettivi sono una dieta ricca di frutta e verdura, l’attività fisica e un moderato consumo di alcol?
Esatto. Ad esempio, per quanto riguarda l’alcol, le linee guida internazionali di prevenzione cardiovascolare ci dicono che per gli uomini è concesso un bicchiere di vino a pasto, preferibilmente rosso, mentre per le donne solo un bicchiere nell’arco della giornata. Tornando all’attività fisica e al movimento, si consigliano almeno 10.000 passi al giorno.
Parlando di dislipidemia, lo studio Inter Heart dice che se un individuo ha i sei fattori di rischio e non applica nessuno dei tre fattori protettivi, rischia 330 volte in più di avere un infarto del miocardio.
Proprio così, agire bene su questi fattori fa sì che si limitino i rischi cardiovascolari. Purtroppo, cercare di informare il cittadino anche in maniera semplice non ha effetti efficaci perché le persone prestano ancora poca attenzione al tema.
Il 35% degli eventi coronarici si verifica in pazienti con colesterolo totale superiore a 200. È proprio così?
Sì, e tuttavia ci si deve basare su dei parametri. L’ideale è avere un colesterolo LDL, il cosiddetto colesterolo “cattivo”, inferiore a 100-110 mg, ma chi ha già avuto un evento cardiovascolare, il valore non deve superare i 70 mg. Si consiglia quindi di limitare al massimo il consumo di grassi come i formaggi, i superalcolici, i fritti.
Già dai tempi dei Greci, Ippocrate diceva: “Lasciate che l’alimentazione sia la vostra medicina e che la medicina sia il vostro cibo”.
C’è indubbiamente un fondo di verità in questa citazione, tanto è vero che Ippocrate è un po’ il padre di noi medici. La gente, purtroppo, non percepisce l’importanza di una buona terapia medica e neanche l’importanza dell’adozione di uno stile di vita adeguato.
Veniamo ora al tema dei nutraceutici, ovvero principi nutrienti contenuti negli alimenti che hanno effetti benefici sulla salute. Nel caso di dislipidemia, per esempio, possono essere di aiuto?
I nutraceutici rappresentano un’opportunità per i pazienti per poter trattare alcune patologie, come ad esempio il colesterolo alto, ed è dimostrato che funzionano.
Si può dire quindi che siano delle statine naturali?
In alcuni casi sì. Le statine si somministrano per diminuire il colesterolo a chi ha avuto un episodio cardiovascolare, ma in una certa percentuale possono avere degli effetti collaterali. I nutraceutici, invece, agiscono molto bene in modo naturale, ma non sono sostitutivi delle statine.
Non possiamo pensare però che il nutraceutico faccia il suo effetto se non ci alimentiamo adeguatamente…
Il campo in cui si hanno maggiori benefici è proprio il colesterolo. Una delle componenti è la monacolina, che troviamo anche nel riso rosso. Alcuni dati scientifici dimostrano l’efficacia sul colesterolo.
Concludendo, i consigli finali quali sono?
Controllare la pressione, fare movimento e seguire un’alimentazione sana: tutti questi sono gli elementi più importanti per ridurre il rischio cardiovascolare.